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Blog di Confcontribuenti (Sez.Piemonte) e UpL

UN ALTRO LIBERALISMO E' POSSIBILE?

3 Novembre 2011 , Scritto da upl Con tag #ITALIA

DA: L'Opinione delle Libertà

I RADICALI E LA SOCIETA' DELLA "CONOSCENZA"

Il Potere dominante impedisce la conoscenza. E’ così che le burocrazie di partito chiudono il dibattito, ingannano gli elettori, scelgono il verosimile al posto delle verità: fingono, mentono, nascondono, imbavagliano, omettono e impediscono qualsiasi seria discussione politica ostacolando ogni possibilità per i cittadini di conoscere.
E’ la "democrazia reale". Serve un campo "altro". E’ necessaria la costruzione di una democrazia liberale per l’Italia e per l’Europa. A tal proposito, infatti, Marco Pannella, durante l’intervento al X Congresso nazionale di Radicali Italiani, ha fatto esplicito riferimento alla "società della conoscenza".
E’ su quella traiettoria che si muovono i Radicali, ormai da tempo immemore. La mia proposta per una costituente liberale si muove proprio in tale prospettiva, anche come obiettivo per riformare l’organizzazione politica della galassia nonviolenta dei Radicali. L’idea di promuovere una grande convention per lanciare la proposta di un "altro" campo liberal-democratico è il presupposto per costruire un altro modello di Governo che faccia propria la teoria della prassi, cioè quella "filosofia della pratica" di cui parlava Benedetto Croce, cioè il "metodo liberale".
E la società della conoscenza deve diventare il luogo di azione. Anche perché il Potere vuole impedire la conoscenza e che questa società si realizzi. Il lavoro da fare è quello di rifondare il dibattito politico, reimpostare la discussione, ridarle forma e contenuto, rifornirla di parola, di significato, di senso.
Nei dibattiti televisivi, organizzati dal Regime partitocratico, non si capisce più di che cosa si stia parlando. Se vogliamo costruire un futuro diverso e "altro", si devono immaginare luoghi e spazi dove sia possibile un ragionamento più profondo e più articolato, anche se semplice e comprensibile.
La discussione non può essere ridotta soltanto al solito slogan elettorale, alla battuta denigratoria, al falso scuotere la testa quando parla l’avversario. Soltanto un "intellettuale collettivo", come sono i Radicali di Marco Pannella, può tentare di aprire una fase nuova che avvii l’età della conoscenza, del sapere, della saggezza.
C’è da costruire un campo "federalista europeo" e, perciò, liberale, fondato sulla filosofia liberale, sul metodo liberale, sull’economia liberale, come ci hanno insegnato Benedetto Croce e Luigi Einaudi. Perché il pensiero liberale è sempre in movimento e va aggiornato nella realtà che muta, nel momento in cui impatta con la realtà, con il cambiamento degli usi e dei costumi di una società in continua trasformazione.
Il Potere, sia esso oligarchico o partitocratico o assolutista o teocratico o totalitario o "democraticista", ha avuto sempre un solo nemico: il pensiero liberale, fondato su quel principio di libertà che, per sua natura, non ammette assoluti né dogmi, né soprusi. Quindi c’è bisogno di un campo della Politica, con la P maiuscola, un terreno fatto di ricerca della e delle verità, di incontro, dialogo, contraddittorio, ascolto, dissenso.
E’ il luogo della conoscenza. Il resto è anti-politica, è distruzione della democrazia, è rabbia, violenza, ingiustizia, inganno, menzogna. Non si può ridurre il dibattito politico in una serie di spot, di frasi gridate, di battute da osteria. L’urgenza è quella di rifondare il dibattito politico, ricostruire il dibattito politico, ristabilire la circolazione delle idee.
Reimpostare la discussione politica vuol dire avviare quella rivoluzione liberale che non arriverà se i cittadini tutti non ritroveranno la forza delle idee, un dialogo appassionato e leale, un contraddittorio aperto e conosciuto dagli elettori. Oggi, gli Indignados italiani che inveiscono contro Pannella non aprono il dibattito, lo chiudono.
Non favoriscono la discussione, la chiudono. Proprio come fa la partitocrazia. Faccio un esempio, qualcuno dal vertice delle burocrazie di partito dice: "Bisogna dimezzare o, almeno, ridurre drasticamente il numero dei parlamentari". La voce viene fatta passare attraverso i mezzi di comunicazione controllati dal Regime e divulgata su internet e nei blog.
La proposta viene diffusa dai telegiornali, dalle tv e dalle radio, come un sol uomo. Ma lo si fa senza un contraddittorio, senza la possibilità di sostenere una tesi diversa, senza far conoscere le ragioni del NO. Si batte e si ribatte su questa proposta per alcuni giorni, fino a quando i demagoghi della partitocrazia avvertono che i cittadini e gli elettori cominciano a sostenere la stessa tesi, in verità veicolata e imposta dai demagoghi stessi, così che i "democraticisti" possano dire: "Vedete? Sono i cittadini che lo vogliono!".
Veramente, siete stati voi a mettere questa idea in cima alla vostra agenda politica e avete convinto i cittadini che si tratta di una cosa buona. Ora, avete soltanto atteso che vi ritornasse indietro. E’ un meccanismo infame. Bisogna rivoluzionare tutto questo, avviare la rivoluzione liberale che ripristina il Diritto, la legalità, la Riforma della Giustizia.
Il problema è concepire il "come", concepire il "nuovo possibile", cioè "come" si possa concepire e perseguire la costruzione di un altro campo politico che sia, allo stesso tempo, liberale e democratico.

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